La nduja è un salume calabrese di consistenza morbida e dal gusto particolarmente piccante.
Il nome nduja proviene dal latino inducere, cioè introdurre, oltre ad altri due particolari tipi di insaccato, sempre costituiti da carne e spezie, il piemontese salam dla doja e la francese andouille, da cui tramite la mediazione del diminutivo andouillette forse prende il nome.
Spilinga (in provincia di Vibo Valentia) è il comune d’elezione, ma l’area di produzione è estesa a tutta la Calabria, a tal punto da fare della nduja un alimento tipicamente associato a tutta la regione.
Preparata con le parti grasse del maiale, con l’aggiunta del peperoncino piccante calabrese, è insaccata nel budello cieco (orba), per poi essere affumicata.
Storicamente la nduja è un piatto povero, nato per utilizzare gli scarti delle carni del maiale: milza, stomaco, intestino, polmoni, esofago, cuore, trachea, parti molli del retrobocca e faringe, porzioni carnee della testa, muscoli pellicciai, linfonodi, grasso di varie regioni, ecc. Il successo commerciale è all’origine delle modificazioni attuali nelle diverse composizioni.
Si consuma spalmandola su fette di pane abbrustolito, meglio se ancora calde, o utilizzata come soffritto per la base di un ragù o di un sugo di pomodoro, con aglio; può essere usata per guarnire la pizza, prima degli altri condimenti se cruda, oppure appena sfornata; si può consumare su fettine di formaggi semi-stagionati o può entrare nella composizione di frittate.
Carne utilizzata e provenienza: carni suine italiane.
Ingredienti: carne suina, peperoncino piccante, sale.
Fasi di lavorazione (versioni in budello naturale):
Formati di confezionamento: in vasetto in vetro.